San Fedele dall’alto della Torre del Popolo veglia quotidianamente sulla Città. Fedele, il soldato romano alla corte imperiale di Milano che venne scoperto cristiano ed imprigionato, riuscì a scappare ma fu rintracciato e costretto al martirio. Il nostro patrono controlla la splendida Palazzolo sull’Oglio, con il sole, l’aria, l’acqua il vento, vigila affinché la Città non perda la bussola. Il fiume scorre inesorabilmente ai piedi del Santo e tutto il resto rimane immobile.
Dino Buzzati decise di scrivere il “Deserto dei Tartari” per scuotere le coscienze degli esseri umani rispetto alla routine che li riduce ad essere incasellati nell’esistenza ad orario delle città. Il tema centrale del romanzo è dunque quello della “fuga del tempo”. Noi a Palazzolo viviamo sospesi, fermi nel tempo dove l’ordinario e la routine tengono ostaggio la crescita della Città e dove i cittadini se ne curano sempre meno perché presi dagli impegni privati. La fortuna di vivere in una Città che splende di luce propria dovrebbe essere accompagnata dall’attenzione che questa luce non si affievolisca ed invece da troppi anni la direzione pare opposta. Il Santo Patrono dovrebbe essere un giorno di Festa, un momento in cui la popolazione valorizza il concetto di comunità, la sua identità e il suo senso d’appartenenza. A Palazzolo da anni non è così. L’impegno della Parrocchia per valorizzare attraverso i riti religiosi il Santo è costante ma è altrettanto costante la superficialità amministrativa di chi confida nella “luce propria” che però non basta più.
Continua a leggere 14/05/24: Il Deserto dei Tartari
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