Monumento ai caduti della prima guerra mondiale

Un dovere che si impone… ricordare
Monumento ai caduti della prima guerra mondiale e bandiera dei mutilati e invalidi di guerra.

Nella relazione del segretario del comitato distrettuale della Croce Rossa della media valle dell’Oglio, cav. Lino Giupponi, letta il 29 dicembre 1918 nell’assemblea dei soci, per la chiusura dell’ospedale territoriale di Palazzolo sull’Oglio, traspare  la straordinaria partecipazione dei palazzolesi di cento anni fa, che furono capaci di porre in atto opere che meritano, ora, dopo cento anni, di essere portate a conoscenza della attuale generazione. Opere che fecero da volano ad altre successive nella tradizionale generosità insita nell’animo degli abitanti di Palazzolo.

Il comitato palazzolese, sorto nel dicembre 1914, nell’assemblea generale del 24 gennaio 1915 procedeva alla nomina delle cariche sociali, comprese quelle della sezione femminile.


Il consiglio così costituito iniziò da subito il suo lavoro di propaganda, di possibile espansione territoriale e di organizzazione.

Con fondi precedentemente raccolti dalla locale associazione Agricola. Commerciale e Industriale, ideatrice della nascita del comitato, venne acquistata una grande autolettiga – tipo Fiat – ed un apparecchio mobile di sterilizzazione, in previsione di una mobilitazione generale di guerra che  aleggiava con crescente probabilità anche in Italia in quel tempo…

La relazione, dettagliatissima, elenca in dettaglio tutte le attività svolte dall’ospedale territoriale sito nelle scuole oltre Oglio  e dall’ospedale civile locale per la cura e l’assistenza dei malati e dei feriti della guerra appena terminata, descrivendo attività e nomi dei sostenitori che nel triennio bellico raggiunsero la bella cifra di circa 500.

Soci, tra i molti altri rimasti ignoti,  di tale benefica opera di carità sociale furono attivissimi, il rag. Guzzi, il sig, Francesco Nulli e l’ing. Pietro Gasparini per la parte tecnica e amministrativa.

Le ditte locali che offrirono mezzi e materiali come la Niggeler e Kupfer, la ditta cugini Guzzi, la ditta Carlo Introini, del setificio di Calepio del sig. Vito Cattaneo, della ditta Centenari e Zinelli del Cav. Strazza, della ditta Sacconaghi e co. Di Pontoglio, il Comitato di mobilitazione civile di Cividate, l’Associazione ACI, il Cav. Comm. Gianmarco Vezzoli, la famiglia Maza, il sig. Paolo Martinengo.

Con le somme raccolte si acquisirono altri 80 letti completi di accessori, mobili, biancheria stoviglie per un totale di lire 20000.

Il Comitato curò ogni dettaglio dal punto di vista igienico sanitario e di funzionamento dei nosocomi.

Nella relazione si ringraziano i medici che si succedettero nella direzione degli ospedali; il Tenente Frigotto, il Capitano Micheli e il Tenente Colonnello Prof. Livini; la direzione del corpo sanitario, la dame visitatrici, le allieve infermiere.

Il dott. Pancrazio istruttore delle allieve e il dott. Maza che mise a disposizione anche il suo gabinetto radiografico che fu di grande aiuto per l’ospedale.

Furono istituiti corsi di istruzione, sempre dal nostro Comitato, con l’aiuto dei medici locali, di infermiere crocerossine  nei comuni limitrofi di San Pancrazio, di Capriolo, di Sarnico, di Pontoglio e di Cividate, dai quali uscirono, dopo un esame espletato da apposite Commissioni, ben 60 allieve  infermiere, delle quali ben 40 si presentarono all’apertura dell’ospedale per prendervi servizio volontario e gratuito.

Da quello slancio di cuori generosi, sotto lo sprone e l’incitamento del presidente Cav. Vezzoli vera anima del Comitato uscì lo spunto del ricordo e del riconoscimento dei caduti e dei mutilati per l’erezione di un monumento a perenne memoria e guerra ancora in corso.

Si prese occasione del sessantesimo anniversario del passaggio a Palazzolo nel giugno 1859 dei due principali costruttori del risorgimento italiano, Garibaldi e Vittorio Emanuele II°  per porre in atto la costruzione, l’inaugurazione del monumento e della benedizione della bandiera della neonata sezione dei mutilati e reduci di guerra.

Il vulcanico cav. Vezzoli si mise alla testa di un comitato organizzatore e fece pubblicare un accorato e fervente manifesto che recitava

 

“Ai gloriosi mutilati di Palazzolo e della media valle dell’Oglio, alle autorità, alle rappresentanze, agli alleati,, che ci onorano del loro intervento, a ricordo del 23 Giugno 1918 giornata di fede negli alti destini d’Italia, di speranza nella vittoria finale, di propositi per l’avvenire dei combattenti, con riconoscente amore offre.

Il Comitato organizzatore”

 

“Mutilati gloriosi, l’attesa angosciosa delle vostre famiglie è coronata dal ritorno, le fiamme dei vostri focolari domestici, ravvivate dal fortunato vostro valore, accogliendovi reduci, riprendono l’interrotta canzone gioiosa, fugando le tenebre del passato, proiettando radiose tutte le vostre speranze e quelle della Patria.

Così lo sprone del passato ci guidi e vi chiami alla preparazione di un degno avvenire. Avanti Mutilati!

 

Uniamo le forze, creiamo la divisa dell’Italia nuova nella trasformazione delle idee, nei miracoli del suo geniale lavoro, nella completa elevazione delle sue masse lavoratrici, nella tranquillità serena delle vostre famiglie, poiché voi, che a cavalieri vi cingeste e tutto alla Patria donaste, oggi tutto potete a Lei richiedere.

E ve lo darà”

Gianmarco Vezzoli

 

Le donne palazzolesi a ricordo imperituro onorano i gloriosi mutilati offrendo come simbolo la loro bandiera.

La giornata inaugurale del 23 giugno 1918 rimane una data da segnare nella storia di Palazzolo.

Leggiamo l’invito

Cittadini:

Dopo la gloriosa giornata di Magenta che apriva alle truppe franco-italiane le porte di Milano ed alla vigilia dell’epica battaglia di san Martino e Solferino che ridava libertà alla terra Lombarda, Palazzolo ospitava i due massimi fattori dell’indipendenza.

 

Vittorio Emanuele II° e Giuseppe Garibaldi

In quest’ora sublime di tragica grandezza, Palazzolo intende rievocare questa pagina d’oro de’ suoi fasti, che assurge oggi all’altezza di un simbolo ed è auspicio di vittoria. Per celebrare degnamente tale data:

 

Domenica 23 Giugno

Palazzolo vuole rendere solenne testimonianza di viva gratitudine alla memoria dei suoi figli che la fiorente giovinezza hanno immolato sull’altare della libertà pei nuovi destini d’Italia.

E col ricordo ai caduti, che eterni vivranno nella memoria, Palazzolo deve dimostrare tutto il suo amore, tutta la patriottica ed umana sua solidarietà, tributando commossa larga messe d’onore ai gloriosi mutilati che offrirono sereni al sublime ideale della giustizia e della civiltà la loro integrità fisica nella pienezza della vita e della forza; e porgendo il doveroso soccorso alle vedove, alle madri, ai figli di coloro che offrirono se stessi in olocausto alla Patria.

 

Cittadini

Come ieri a Legnano che per virtù di popolo già vide fuggenti le orde del Barbarossa, come ovunque il nome sacro della Patria non è parola vana, così anche presso di noi questa rievocazione storica, nella manifestazione d’amore, avrà, unanime, entusiastico consentimento.

Sull’altare della Patria, al sacro fuoco della libertà, per la memoria dei grandi spiriti fattori dell’Indipendenza, Palazzolo in uno slancio delle anime, s’innalzerà all’altezza dell’ora solenne e s’appresterà con animo puro e degno della Vittoria

Per il municipio –il sindaco Sufflico

Per il Comitato di assistenza civile –il presidente Bonari

Per il Comitato di Croce Rossa – il presidente Vezzoli

 

Programma della cerimonia

Ore 8 –Adunata generale sul piazzale delle case popolari di Palazzolo

Ore 8.30 – Messa da campo di sua Eccellenza il vescovo Castrense mons. Bortolomasi , e benedizione della bandiera offerta dalle donne Palazzolesi ai mutilati ed invalidi di guerra.

Ore 10 – Corteo di tutte le autorità intervenute, dei feriti e del popolo dal piazzale al cimitero comunale per l’inaugurazione del monumento ai caduti”

 

 

Nel pomeriggio, allietato da concerto bande militari, con una generosa colletta  furono distribuite ben 10000 lire alle famiglie bisognose dei caduti, dei mutilati ed invalidi di guerra.

 

Fu una magnifica giornata quella domenica di 100 anni fa, tutta Palazzolo era imbandierata e la gente era in strada per vedere, ascoltare, vivere il momento solenne nel piazzale delle case operaie; membri del comitato tennero sgombrato il campo…impresa ardua fu…sfilavano le truppe dei picchetti d’onore, tante bandiere, e mentre i  mutilati a piccoli gruppi su appostavano sul palco…gentilmente offerto e preparato da Carlo Marzoli e fratelli… le truppe schierate dettero l’attenti all’arrivo delle Autorità.

Il popolo premeva e circondò con affetto il palco dei mutilati che commossi accennavano timidi saluti riconoscenti.

La santa Messa iniziò in un commosso silenzio. Al Sanctus  un plotone di alpini presentava le armi, mentre squillava l’attenti dei cavalleggeri e la banda dei mitraglieri Fiat intonava un dolce canto religioso. Le bandiere inchinate verso l’altare.

A messa terminata, la madrina signora Sufflico Panella, la presidente della commissione operaia signora Piantoni Marenzi per le donne offerenti e il mutilato Damioli Giuseppe offrivano al vescovo Mons. Bartolomasi il vessillo per la solenne benedizione  che con gesti solenni esegue il sacro rito, prima di rilasciarlo  bacia il tricolore.

 

I discorsi, terminato  il sacro rito furono improntati alla fratellanza e alla riconoscenza verso i caduti e i mutilati presenti.

Parlò il Vescovo con  parole semplici che toccarono il cuore degli astanti, rammentando il risorgimento che 60 anni prima aveva unito i popoli italiani, con Palazzolo  che aveva voluto la commemorazione esattamente nei giorno della ricorrenza del passaggio in paese dei due fattori dell’indipendenza, Garibaldi e Vittorio Emanuele II°

Parlò il Cav. Comm. Gianmarco Vezzoli che infiammò gli animi con un discorso intenso e vibrante patriottismo, ricordando la resistenza e la riscossa dell’esercito dopo Caporetto, esercito…disse…emulo dei loro padri combattenti del 1859. A nome del Comitato organizzatore ringraziò i generali Bellini e Pagliarini e tutte le Autorità presenti nella piazza, rammentando a tutti di non dimenticarsi e assicurare un sereno avvenire di chi aveva dato tutto per la Patria

Parlò il capitano Antonio Valente, mutilato, che rammentò con enfasi  i tre anni di immani sacrifici dei soldati e del popolo tutto, spronò gli animi per fare in modo che la spinta solidale popolare animasse l’esercito verso la vittoria finale non ancora raggiunta.

Parlò il generale Bellini comandante la divisione di Brescia che portava il saluto del generale Angelotti che non poté intervenire   per impegni urgenti e ringraziò il re soldato e l’esercito con un saluto finale W il re.

Parlò la signorina Lina Brambilla del comitato di Milano. Riportiamo il discorso completo, un discorso fervoroso e pieno di amor Patrio.

 

 Parte infine il corteo tra un tripudio di folla festante che sommerge di fiori,garofani e rose le automobili su cui siedono i mutilati e le autorità. La folla immensa segue applaudente. Si passa per le vie principali,dai balconi altri fiori cadono sugli eroi, la gente piange, si commuove, si stringe a loro in un abbraccio commosso, i bimbi delle scuole circondano le fila plaudenti, cantano e gridano evviva gli eroi; fiori e bandiere ovunque,su tutte le case, anche le più umili dimore son imbandierate,perfino le ciminiere delle filande, degli opifici fanno garrire al vento il tricolore, dall’alto della torre del popolo altra bandiera simbolo comune,sventola in alto con san Fedele lassù a sembrar proteggere il corteo.

Il lungo tragitto fino al Cimitero non fu mai così percorso senza sofferenza per il caldo della splendida giornata immersa in un sole cocente,adulti,anziani bimbi,fanciulli erano rapiti dalla musica che emanava note patriottiche e coinvolgenti.

Nessuno era stanco, si voleva arrivare là, al monumento  del ricordo degli eroi immolati al Dovere, alla Patria, al campo dei soldati morti nell’ospedale territoriale militare che riposano in attesa di venire traslati ai loro paesi d’origine,alle loro famiglie angosciate.

In mezzo al corteo,frammiste alla gente commossa ci sono 26 brave e vispe fanciulle operaie che con gioia incitano i paesani ad acquistare un opuscolo a numero unico, va a ruba, che viene distribuito con fervida lena e passione.

Un numero voluto dal Cav. Comm.Vezzoli per tenere vivo nelle case il ricordo della storica giornata

“ due palanche,due palanche” gridano le fanciulle. Son felici di offrire anche un numero del “giornale del contadino” “tutto gratis per i paisani” dicono ridendo.

 

Ricordiamo queste  patriottiche fanciulle. Sono:

Armanelli Gina – Armanelli Giuseppina – Bocchi Antonietta – Borletti Maria – Campa Faustina – Cavalleri Paolina – Consoli Elsa – Foglia Angela – Gaspari Maddalena – Galli Maria – Jannis Ida – Locatelli Rina – Marchetti Fidrina – Moreschi Anna – Pagani Lina – Pagani Antonia – Perletti Anna – Piva Maria – Rondi Rosina – Rubagotti Teresa – Urgnani Maurina – Valenti Maria – Vanzini Angela – Valsecchi Ines – Volpi Maddalena- . A ciascuna di loro, poi venne offerto, un piccolo ricordo in argento.

 

Il corteo entra nel cimitero e si trova davanti ad altra numerosa folla già in attesa.

I tumuli dei soldati sepolti davanti al monumento sono passati in commosso silenzio.

Il sole già alto nel cielo illumina il meraviglioso popolo raccolto davanti ad una tribuna eretta per le autorità e i mutilati che a stento riescono a raggiungerla ed insediarsi.

Al centro di un reparto riservato si erge il monumento a ricordo perenne dei caduti. E’ presente la delegazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso con il presidente Colombo Svanetti che tanto si prestò per l’erezione del monumento.

Esso raffigura un macigno spezzato, quasi divelto da una bufera, sul quale si appoggia e vi si adagia la bandiera italiana. Ai lati figure simboliche ricordano le diverse armi italiane.

Nel basamento, due lunghe lastre di marmo, portano incisi i nomi dei gloriosi Palazzolesi caduti sul campo di battaglia. Fra il basamento, fra il vessillo e i simboli, lettere chiare e decise, si legge la epigrafe:

 

Palazzolo ricorda

I figli caduti per la Patria

Forti nella vita – epici nella morte

Nella storia eterni

 

Più in giù,quasi a sfiorare le fosse,sullo striscione che circonda il monumento si legge: Il sonno dei forti 

Li accanto delle piccole croci allineate segnano la posizione dei soldati valorosi, che per ferite o malattie contratte al fronte, morirono negli Ospedali della croce rossa di Palazzolo. Sono giovani di tutte le regioni d’Italia, raccolti li, in quel piccolo angolo del cimitero che la pietà Palazzolese ha voluto riservare a questi eroi, segno di amicizia e di fraterno amore.

Il vescovo mons. Bartolomasi ha di nuovo buone parole per loro

“ La gloria ad essi che furono forti nell’adempimento del loro dovere. Oh prodi! Sia benedetto il nome vostro finché su questa sacra terra d’Italia palpiti cuore umano.”

 

Ha buona parola per il sindaco Cav. Uff. Sufflico sindaco di Palazzolo che ha sopportato il dolore l’unico figlio, volontario di guerra, con il consenso paterno, da poco caduto con onore sul fronte.

Afferma stoicamente il padre affranto:

“ha fatto il suo dovere, ora il mio è di portarmi all’ufficio ad intensificare sempre più il mio compito”

 

Prendono poi parola i mutilati capitano Giupponi e il tenente Sega.

Il capitano Giupponi porta il saluto dei mutilati bergamaschi e ricorda il disumano trattamento riservato ai prigionieri italiani dagli austro-tedeschi. “ah maledetta Austria, maledetta Germania col tuo Kaiser!…verrà il giorno della riscossa” dice vibrante. Ricorda i fratelli francesi venuti in Italia 60 anni prima nelle battaglie del 1859. ringrazia i Palazzolesi per la grandiosa accoglienza e sprona ed incita la popolazione all’odio contro il tedesco.

Interviene il tenente Sega dei mutilati di Brescia che conclude il suo discorso tra numerosi applausi.

In successione, il prefetto di Brescia comm. Tito Bacchetti

Il maggiore nobile comm. Pisoni presidente del consiglio provinciale di Brescia

Sua ecc. il generale Pagliarini della divisione combattente decorato al valore. Esalta la resistenza sul Piave ed elogia il patriottismo dei Palazzolesi.

Alfine interviene in vece del sindaco Sufflico, che affranto per la morte del figlio unico, povero padre, non se la sente di tenere il discorso ci chiusura, il Cav. Comm. Gianmarco Vezzoli che con voce commossa e vibrante, anche lui ha nipoti e parenti al fronte, ringrazia i presenti, le autorità e i soldati alleati sul posto. Conclude:

“Popolo di Palazzolo, Madri, spose dei nostri combattenti lontani, raccogliamoci su queste tombe, e giuriamo che saremo degni del sangue da essi versato; giuriamo che a costo di qualsiasi sacrificio resisteremo. Ricordatevi, uscendo da qui, che la promessa fatta ai morti è cosa sacra e inviolabile. Lo giuriamo?”

 La cerimonie finisce, ma la gente indugia sul posto, circonda i mutilati ancora in un abbraccio corale, li sospinge con affetto, li riaccompagna in paese, dove nel salone del teatro dell’ospedale viene allestito un pranzo in onore loro.

L’anfitrione, il colonnello prof. Livini direttore del nosocomio affiancato dal solerte tenente Guzzi, da numerosi ufficiali,le Autorità, le rappresentanze dei soldati alleati, le operaie della commissione “pro bandiera” inneggia alla fine del pranzo, alla Patria.

Si uniscono ai mutilati i soldati degenti in ospedale, fraternizzando amabilmente tra loro. Viene allestito nel teatrino uno spettacolino improvvisato che vede all’opera il tenore romano Celesia Francesco degente ferito e il prof. Canossi brillante poeta bresciano che tiene allegri con le sue spiritose liriche.

La folla ancora assiepa la strada che porta alla strada che porta a san Pancrazio per un ultimo saluto al vescovo e alle autorità che sono ospitate nel palazzo del Cav. Comm. Vezzoli.

Ultima vicenda del giorno fu l’omaggio e al distribuzione della somma raccolta (10000 lire) ai mutilati e ai familiari dei caduti a cui si aggiunse anche l’obolo di lire 200 portato dalla signorina Lina Brambilla del comitato di Milano. A tutti fu portato conforto e una parola di incoraggiamento.

La banda dei mitraglieri fiat verso il tardo pomeriggio iniziò un brillante programma di musica che si protrasse fino alla sera..

Così in una poesia di suoni e colori e con le bandiere al vento, si chiuse la bella e indimenticabile giornata patriottica palazzolese di cento anni fa.

Intervenuti alla cerimonia

 

 

Nella ricorrenza del centenario della fine della prima guerra mondiale ricordiamo il sacrificio dei nostri concittadini morti nell’adempimento del dovere e dei nostri mutilati e invalidi.

A perenne memoria si auspica una ristampa degli opuscoli dai quali sono state tratte queste pochissime righe di ricordo.

 

 

 

MOS, Palazzolo sull’Oglio, 4 novembre 2017

 

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