Oggi vogliamo raccontarvi come funziona il sistema dei buoni comunali e dei soldi pubblici in generale, nel campo dei Servizi Sociali, a Palazzolo.
Il disagio economico, dovuto alla crisi, aumenta di giorno in giorno all’interno di ogni famiglia. In questo articolo non si intende sviluppare una guerra fra poveri, ma bensì si vuole evidenziare la differenza fra i servizi che ricevono i contribuenti e quelli che ricevono i non contribuenti.
Cercheremo di evidenziare il cambiamento, sviluppatosi negli ultimi 2 anni con l’Amministrazione di sinistra, sulla distribuzione degli aiuti pubblici.
Dopo una intervista “vis a vis” con una fonte che, per ovvie ragioni rimarrà anonima, abbiamo scoperto che “ogni giorno in farmacia entrano persone per ritirare Buoni Comunali mensili*. I buoni corrispondo a 100 euro al mese per famiglia (Voucher d’acquisto di 10euro/blocchetto da 10 ticket). Secondo i criteri comunali, un elenco di persone (circa 10 a lista) ha diritto ad usufruire di questi buoni. I buoni vengono consegnati, dal Comune alle Farmacie, in busta chiusa con il nome del destinatario. Il richiedente si presenta allo sportello della Farmacia e per averli deve solo dire il nome lasciato in Comune, il medesimo presente sulla busta consegnata alle farmacie. Nelle liste che l’Ente consegna alla Farmacie non risultano esservi italiani ma solo stranieri. Stranieri che in alcuni casi non conoscono nemmeno la lingua italiana. In 2 anni, secondo la fonte, nelle liste non vi è mai stato un italiano, ne anziani ne famiglie, solo stranieri.”
Addentrandoci nel discorso abbiamo scoperto anche l’esistenza delle Card Prepagate. L’Ente, in questo caso lasciamo il dubbio che sia sovracomunale, consegna una carta prepagata ai beneficiari. Gli stessi possono utilizzare i buoni, ricaricati sulla card dall’Ente, ovunque. “Le ricariche sono di 40 euro per ogni figlio in famiglia. Anche in questo caso non si è mai visto italiani, giovani coppie, anziani o famiglie italiane, utilizzare questa card, solo stranieri. E’ curioso inoltre notare come i 40 euro possano essere spesi ovunque, anche al supermercato. Di controlli non ve ne sono.” Inoltre “Nelle liste, sia dei Voucher Comunali da 100 euro/mese per famiglia sia per quanto riguarda le Carte Prepagata da 40 euro a figlio, non si è mai visto 1 solo italiano.”
La situazione drammatica in cui versano molti concittadini la conosciamo tutti.
Chiedersi come sia possibile che buoni sociali vadano quasi esclusivamente a cittadini non italiani è una domanda lecita.
Sarà perché gli innumerevoli disoccupati/inoccupati/pensionati italiani non fanno richiesta di questi Buoni? Sarà perché i contribuenti, anche se minimo, un reddito ce l’hanno e quindi nell’ISEE automaticamente perdono diritto? Sarà perché non c’è la volontà di tutelare i contribuenti?
Esistono realtà associative come La Caritas che intervengono quasi esclusivamente per ottemperare economicamente alle mancanze degli stranieri. “Si presentano allo sportello, prendono il necessario, e se non capienti, chiedono l’intervento della Caritas che interviene nel giro di poco a saldare.”
Nella maggior parte dei casi “le prime generazioni di stranieri si presentano con i figli perché non conoscono una sola parola della lingua italiana. In più di una occasione è capitato di assistere a persone che faticavano persino a pronunciare il nome rilasciato in Comune.”
Altro problema serio è quello del tesserino sanitario. Un problema logicamente nazionale.
Il tesserino sanitario viene rilasciato dall’ASL, teoricamente presentando un documento ma è sufficiente il solo codice fiscale rilasciato dall’Ag. delle Entrate. Non vi è obbligo di residenza perché esiste il tesserino sanitario provvisorio.
Ogni persona che entra nel nostro paese ha diritto alla sanità pubblica. Seppur non contribuenti godono degli stessi diritti di qualsiasi cittadino che, per versare le tasse ed avere dei servizi che non ha, fatica ad arrivare a fine mese.
“Allo sportello si presentano stranieri, appena arrivati con il ricongiungimento famigliare, che richiedono medicine/farmaci .
Una volta presentato loro gli elevati costi del farmaco e dopo aver evidenziato il problema della mancanza della ricetta medica, del tutto risolvibile poiché tramite visita medica a pagamento il medico se lo ritenesse necessario rilascia una ricetta bianca (totalmente a carico dell’assistito), l’utente tranquillizza il farmacista, dicendo che il giorno successivo in possesso del tesserino sanitario potrà usufruire della stessa ricetta (in questo caso però rossa) rilasciata dal medico della mutua (totalmente a carico del sistema sanitario nazionale ad eccezione del ticket). In alcuni casi, non avendo reddito, possono avere diritto all’esenzione del ticket (interamente o per 2/3).
Si parla di una spesa pubblica molto elevata, poiché alcuni medicinali possono costare molto (centinaia di euro) e sono a carico del sistema sanitario nazionale. Con i mille escamotage del nostro paese, seppur privi di reddito, riescono a far gravare il costo sulla spesa pubblica (come sempre) e ad avere il farmaco pagando solamente il ticket (2 euro). Pazienti con patologie croniche, come ad esempio il diabete, hanno diritto a strumentazione e reattivi per l’autoanalisi (controllo dei valori giornalieri). Tutto ciò è interamente coperto dal sistema sanitario nazionale (cioè da noi). Solitamente lo Stato distribuisce ai relativi malati dose proporzionate alla gravità, queste persone con la sola tessera sanitaria seppur non siano contribuenti e non abbiano mai versato un 1centesimo sul nostro suolo usufruiscono di tutto gratuitamente perché tanto “la sanità è per tutti” [ergo paghiamo noi].”
Con quest’articolo speriamo di aver mostrato una delle tante realtà, ai più sconosciuta, del nostro paese. L’Ente, dopo quest’articolo, sbraiterà come sempre che per la Privacy non è possibile rilasciare certi tipi di dati ecc. ecc. che le dichiarazioni ISEE vengono controllate ecc. ecc. che tutte le persone che ne usufruiscono sono state scelte con cura in base ai criteri ecc ecc..
Bene, ne prendiamo atto in anticipo.
Secondo noi l’Ente, per quanto concerne la tematica locale e i fondi dei palazzolesi, dovrebbe pensare prima ai suoi cittadini contribuenti. Come? Semplice, come fanno altri comuni. Dato che NON è vero che l’ISEE costituisce una “conditio sine qua non” per ricevere i fondi, noi consigliamo all’Ente di istituire un Piano Anticrisi specifico, con dei requisiti a tutela dei nostri cittadini, per ricevere dei servizi specifici in linea con il Piano adottato.
Amministrare significa offrire dei servizi, trovare le soluzioni ai problemi e soprattutto difendere i diritti dei contribuenti e dei cittadini onesti che partecipano attivamente alla vita economica del nostro paese.
* dato che in Comune circola da 2 anni un virus pericoloso dal nome “PINOCCHIO”, pubblichiamo la foto dei voucher comunali che l’Assessore, in un comunicato, etichetta come “inesistenti”. Alla faccia dell’onestà intellettuale; le bugie, Assessore, hanno le gambe corte!
1 commento su “Servizi Sociali a senso unico!”