Con lo sguardo ad Est

Barrack Obama e Vladimir Putin all'ultimo G8
Barrack Obama e Vladimir Putin all’ultimo G8

In opposizione alla corsa verso Ovest fatta dai colonizzatori europei nelle Americhe, secoli dopo la scoperta di quella terra che Colombo credeva fosse l’India, è giunto da tempo il momento per noi abitanti compresi tra l’Adda e l’Adriatico di volgere lo sguardo ad Est per rinnovare speranze ed ideali di civiltà sommersi dalla negligenza, dalla precarietà e dalla cecità che i rappresentanti degli Stati Occidentali facente parti la NATO evidenziano giorno dopo giorno nell’ingaggio delle diverse crisi a nome Eurozona, ISIS, Crimea, Ucraina ed Ebola e all’interno delle quali l’Italia non è in grado di recitare altro ruolo se non quello di un suppellettile peraltro di dubbio valore assoluto.

Crollato assieme al muro di Berlino, il dualismo progressista, base delle ultime conquiste sociali e sindacali del Secondo Dopoguerra, ha lasciato via libera ad un’unica ed incontrastata visione di crescita, priva di tangibili alternative, nella quale si è tentato di replicare l’originale modello consumista, tipico del Nord America, all’interno di un ambiente dalle tradizioni e quindi dalle fondamenta totalmente diverse col risultato di confondere significati e tensioni delle sue principali fenomenologie quali l’accoglienza pragmatica delle diverse razze ed etnie, la mobilità geografica delle persone e delle merci, l’avvicendamento a volte anche frenetico della forza lavoro e l’abitudine a sostituire rapidamente beni mobili e immobili. In questo scenario è risultato quindi naturale per il capitalismo finanziario liberticida, che stiamo osservando imporsi, sostituirsi ad esso per lasciare strada, in cambio di voti, a ben altri tipi di elementi speculari quali: i regali sociali a famiglie che al Welfare mai hanno contribuito, la sofferente necessità ad abbandonare i luoghi naturali di nascita e residenza, la stagnante disoccupazione di risorse mai preparate culturalmente alla riqualificazione e la ridicola volontà di emulare quelle stesse classi sociali che hanno determinato tutto ciò attraverso l’acquisto ripetitivo di beni materiali, sostanzialmente inutili. Tutto ciò con la conseguenza di una sofferente diseguaglianza sociale pronta ad esplodere in tutta la sua forza come dimostrano le istanze separatiste provenienti da sempre più numerose regioni d’Europa.

Le colpe di questa realtà investono tutti: dal servile garzone che intasca la pensione di invalidità al furbo immigrato che alloggia nelle case popolari, dall’illuso colletto bianco che attende speranzoso il suo turno al dirigente che baratta promozioni con gaudenti prestazioni d’opera private, dall’amministratore che traffica appalti pubblici all’oligarca che tiene temporaneamente a galla il sistema a suon di imposte e tasse.

Ma ecco ad Est finalmente imporsi una rinnovata Federazione Russa che in pieno rispetto dell’alternanza storica tra le civiltà millenarie abitanti il mondo risorge come araba fenice dalle ceneri dell’URSS tramite l’azione di un vero Uomo solo al comando noncurante della formazione logorroica dell’Europa che contraddistingue coloro i quali si affidano alle sole, continue e inutili parole solamente per nascondere l’assenza viscerale di fatti. Un uomo in grado di comandare, conquistare, imporre, difendere e decidere perchè personificante la volontà di Progresso del proprio Popolo e che la Demoplutocrazia europea ha smesso da tempo di perseguire.

Un Est Eurasiatico simboleggiante un Est Serenissimo che deve essere riscoperto per dimenticare anni di inganno storico e sociale così da abbandonare al loro infausto destino il duopolio Stato-Mafia oramai agli sgoccioli della sua infelice avventura.

Approfondimenti: Il ritorno del “politico” e il concetto di Democrazia Sovrana nella Federazione Russa

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