
Segnalo la lettura di questo dossier a cura del settimanale L’Espresso, nel quale si afferma come nella nostra amatissima Repubblica Democratica non ci siano sostanzialmente alternative se non quella di affidarsi alla ‘ndrangheta per portare a compimento i lavori necessari alla riuscita di Expo Milano 2015.
Detto che un conto è avere la forte convinzione di agire all’interno di un oppressivo meccanismo di solidarietà e mutuo soccorso la cui reggenza è tenuta dalla trinità Industria-Stato-Mafia (nel senso che sono uno e trino), un altro è quello di vederne certificata la certezza a causa di presunte figuracce internazionali da evitare (come se per esempio la vicenda dei Marò non lo fosse), quello che aspetto adesso è di sentire cosa hanno da dire quelle figure ancestrali che ancora oggi sono convinte e vogliono convincere le persone come in questo lembo di terra (dimenticato da Dio?) sia possibile fare impresa o emergere all’interno di esse semplicemente staccando qualche cambiale per poi sfruttare con le proprie capacità ed un impegno costante l’occasione propizia.

Attenzione, prima che usciate allo scoperto però considerate bene che figure istituzionali quali i Ministri dell’Interno, delle Infrastrutture, dello Sviluppo Economico e dell’Agricoltura insieme a Presidente Regione Lombardia, Sindaco di Milano e Prefettura di Milano, pare non siano riuscite a nascondere che la miglior espressione dell’imprenditoria nazionale è l’unica soluzione affinché i cittadini possano dormire sogni d’Esposizione tranquilli.
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