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Laboracy
Expo della nostra criminalità

Segnalo la lettura di questo dossier a cura del settimanale L’Espresso, nel quale si afferma come nella nostra amatissima Repubblica Democratica non ci siano sostanzialmente alternative se non quella di affidarsi alla ‘ndrangheta per portare a compimento i lavori necessari alla riuscita di Expo Milano 2015.
Detto che un conto è avere la forte convinzione di agire all’interno di un oppressivo meccanismo di solidarietà e mutuo soccorso la cui reggenza è tenuta dalla trinità Industria-Stato-Mafia (nel senso che sono uno e trino), un altro è quello di vederne certificata la certezza a causa di presunte figuracce internazionali Continua a leggere Expo della nostra criminalità
Peninsulari carenze e fisiologiche – parte I
Partendo dal presupposto che il modo peggiore oggi esistente nel Paese per accumulare capitale sia quello di lavorare (per quella che rientra nell’accezione comune del termine), è palesemente chiaro come una Repubblica, per di più Democratica, fondata su di esso possa senza ombra di dubbio tracciare un bilancio molto vicino al fallimentare dopo più di mezzo secolo.
Prima di analizzare lo sviluppo storico che a partire dall’unità nazionale ha portato a tale insuccesso, affrontiamo in questo primo capitolo le obiezioni principali a cui, la tesi precedentemente esposta, presta il fianco.
La prima, fatta da coloro i quali hanno tutto l’interesse per portare avanti il più possibile tale situazione, è quella che vorrebbe il successo economico in ambito lavorativo figlio di talento, capacità, sforzi, impegno e abnegazione investiti brillantemente in esso. Detto che di una fiducia così cieca nelle capacità dell’individuo di interferire sul meccanismo redistributivo del reddito si son quasi perse le tracce persino negli Stati Uniti, è nostro compito far notare a loro alcuni semplici fatti provenienti dall’osservazione empirica della realtà: Continua a leggere Peninsulari carenze e fisiologiche – parte I
Sacro spread
Condividiamo una serie di link nei quali vengono impietosamente svelati i numeri del Governo Monti per trarne un bilancio, cosa non ancora fatta dal Ministero della Propaganda di Stato.
Più in generale essi vanno raffrontati alla ben riuscita campagna mediatica in atto a partire dall’imposizione antidemocratica di quel Premier la quale sta riuscendo a convincere una quantità sempre più elevata di cittadini che un semplice indicatore di performance borsistico quale lo spread possa celare tutti i segreti della salute del malconcio stato italiano.
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