Partendo dal presupposto che il modo peggiore oggi esistente nel Paese per accumulare capitale sia quello di lavorare (per quella che rientra nell’accezione comune del termine), è palesemente chiaro come una Repubblica, per di più Democratica, fondata su di esso possa senza ombra di dubbio tracciare un bilancio molto vicino al fallimentare dopo più di mezzo secolo.
Prima di analizzare lo sviluppo storico che a partire dall’unità nazionale ha portato a tale insuccesso, affrontiamo in questo primo capitolo le obiezioni principali a cui, la tesi precedentemente esposta, presta il fianco.
La prima, fatta da coloro i quali hanno tutto l’interesse per portare avanti il più possibile tale situazione, è quella che vorrebbe il successo economico in ambito lavorativo figlio di talento, capacità, sforzi, impegno e abnegazione investiti brillantemente in esso. Detto che di una fiducia così cieca nelle capacità dell’individuo di interferire sul meccanismo redistributivo del reddito si son quasi perse le tracce persino negli Stati Uniti, è nostro compito far notare a loro alcuni semplici fatti provenienti dall’osservazione empirica della realtà: Continua a leggere Peninsulari carenze e fisiologiche – parte I
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